| Caro mgdb, vedo che non hai capito la questione. Né quella di Pellerzi e Grottoli (ragazzi che non conosco e che non giudico, né loro, né la questione in sé) ma il senso per cui tu parlasti asserendo cose gravi circa i caratteri (il chi sono, la loro dignità) di questi ragazzi. E poi facendoti paladino del fatto che non si potrebbe asserire alcuna cosa circa altri (che nessuno aveva fatto, semmai puntando l'indice su chi faceva le scelte, di questi - altri e opposti - ragazzi). Come mai?
Sulla velocità poi siamo al comico. Il tuo ragionamento mi ricorda il paradosso (ma era un paradosso) di Achille e la tartaruga. E' ovvio che se io vado a 180 K/H arriverò percorrendo lo spazio con la stessa velocità sia che vada, da Firenze, mettiamo, a Roma o a Reggio Calabria. Ma non con lo stesso tempo. Perché il fatto è che tu - proprio tu - parlasti di diversa percezione, ovvero di come l'osservatore percepisce (in minor tempo) quindi apparentemente percependo più velocità se è a punti diversi (più lontani o vicini) ma dando di questo fenomeno appunto una spiegazione errata e che addirittura negava che questa stessa percezione fosse sensata, il fatto oggettivo - come dici anche qui - essendo lo stesso (merci à la bitte, direbbero i nostri cugini gallici). Con questo dico anche a titre che non solo sviluppa spazio importante (e tempo diverso per il soggetto passivo o percepiente) un'inclinazione ancorché minima di gradi, ma anche che è molto diverso il tempo di percezione mio (soggettivo) per il tempo in sé (oggettivo) se nello spazio variabile (oggettivamente e quindi soggettivamente), tanto che sono "diversi" i lanci esterni e interni, com'è diverso il tempo per essere con il barrel 30 cm oltre la linea del piatto o 10 cm dietro che, traducendosi in tempo per il battitore, addomesticano la velocità, e fanno perfino che alcuni (o alcuni in certe circostanze) riescano sul lancio meno battibile, l'esterno o - per capirci - il vantaggio del lanciatore sull'omologo lanciatore-battitore (con discapito del battitore) a battere, semmai, quello.
Visto comunque che la discussione è ospitata in cartella su scienza & letteratura, vorrei ricordare che le nostre (e le mie per primo) chiacchiere poco valono, ma che ci sarebbe letteratura scientifica al proposito (l'ho già citata e non la ripeto, non vorrei qualcuno credesse ci buscassi provvigione). Basta leggere. Poi, ci mancherebbe, si può fare anche un sito proprio e dire cose che Zenone (quello di Achille e la tartaruga) usava solo come paradosso, e crederla scienza. Io parlo per quello che altri - più importanti di me - hanno scritto. Poi chiunque - mgdb in testa - può credere di averla inventata lui la lampada. Io so che l'ha inventata Edison e dico che l'ha inventata Edison. Mgdb può dire che l'ha inventata lui e non sapere neppure chi è Edison. L'altro giorno mi scrisse un tipo irridendomi per la critica (da me rivolta) circa la teoria del 2+2=5 e dicendomi che uno colto come me doveva saperlo che era una teoria degli economisti più agguerriti d'oggi. Mi permisi rispondergli che veramente l'aveva enunciata qualche tempo prima Hegel dicendo che "il tutto è superiore alla somma delle parti" e che gli economisti d'oggi l'hanno fatta propria, in restyling, e ovviamente senza citare l'autore autentico e cambiando lo slogan per farla originale. Per apparire gli inventori. Purtroppo, da tempo, si fa così.
Infine, sulle risposte alle domande, mancano sempre da mgdb quelle fondanti: - che conoscenze hai delle situazioni (anche personali) che sei arrivato a sanzionare? - che ruolo hai onde sia credibile la critica soprattutto così aspra verso certe persone? - può il capo del Cnt essere anche il capo dell'Accademia? - quali sono i tuoi grandi "fatti" per cui le nostre sono solo chiacchiere?
Risposte che erano doverose. E che non ci sono state. Dopo due giorni di pensamento. E con un pensamento che crede di dire come una scoperta quello che Zenone, circa 24 secoli fa, disse come un paradosso. Eh, andiamo benino. Sì. Proprio benino.
Edited by roberto sieni - 13/4/2006, 09:26
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