| 22/10/2007
Carissimi Bibì & Bibò, sarei curioso di conoscere le vostre preferenze in fatto di MLB, se vi capitasse l'occasione di scegliere 24 tra le centinaia di giocatori che popolano l'attuale baseball americano, chi scegliereste ? Insomma, qual'è la vostra formazione tipo ?
Vi ringrazio anticipatamente per la risposta.
Massimo Di Cesare
Caro Massimo, la più bella squadra che ho visto in questi anni è, sono, gli Yankees della fine secolo, ora si può dire. Squadra senza stelle (anche se il monte mica era da poco), si diceva, certo con pochi slugger, con nessuno che sarebbe approdato all'Hall of Fame, si diceva (a parte Clemens, che si aggregò nel frattempo). Il clean-up era Bernie Williams che poteva anche vincere il titolo della B.Avg, ma non degli HR.
Di contro, si può fare senza campioni? Direi di no, che senza Aaron o Williams o Ruth e via che se ne mettano, mica sarebbe stata la stessa cosa, il baseball.
Un mio preferito è Mickey Mantle. La storia, è nota, e può essere lacrimosa. Dovette giocare tutta la carriera con un ginocchio sfasciato, convisse con lo spettro di morire a 40 come il padre e il nonno per una malattia ereditaria, che cercò di esorcizzare con l'alcool.
Non fu facile. Ma non è questo il punto. Non è facile neppure essere campione e uomo-squadra, eppure ci riuscì. Mantle non è solo Mantle, ma è l'orgoglio degli Yankees. Il campione che è per la squadra.
Ci sono oggi, altri, così? Non so. Helton, a proposito di questi giorni, è uno che ha speso la sua intera carriera ben lontano dalle ribalte, ed è stato Helton e Colorado insieme.
Sempre su Mantle mi viene però da pensare ad altre cose.
Raccontava Mantle che al primo anno di franchigia Yankees, mentre era in minor a Kansas City si fece prendere dalla paturnie. Chiamò a casa e il padre lo raggiunse. Entrò in camera e gli fece la valigia. Il giovane Mickey non capiva e chiese cosa facesse. Il padre gli disse che se per lui era pesante stare a fare il minor per una prossima possibile carriera era meglio che tornasse a casa e andasse in miniera con lui.
Insomma, non è male avere qualcuno che ti aiuti. E che ti dica la strada giusta, anche in maniera molto, molto, aspra.
Difficilmente oggi si ripeterebbe un fatto così. Soprattutto da noi. Il padre andrebbe a litigare con l'allenatore, telefonerebbe ad un amico che conosce uno che conosce l'allenatore, andrebbe in campo a rompere le palle. Lo proteggerebbe fin ad asciugargli i capelli nello spogliatoio, gli farebbe fare quello che vuole, si accorderebbe per fare di meno, e solo quando vuole, quello che vuole, il pupo.
Leggo oggi dichiarazioni stupefacenti di Castagnini, che ci informa che il campionato nazionale per le giovanili è a discrezione di chi vuol farlo.
Ci rendiamo conto? A parte l'immoralità, che questa ormai è, di mantenere una federazione che decide quello che gli vien fatto decidere.
Bibì
Edited by roberto sieni - 23/10/2007, 17:37
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