LA DIFESA, QUESTA SCONOSCIUTA, Ignoranza e pressapochismo

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roger_mm8
view post Posted on 9/2/2006, 18:18




In pratica siamo in un autolesionistico circolo vizioso che ci porterà a una silenziosa scomparsa e fino a quel momento "si salvi chi può", prendete quello che riuscite e il resto lasciatelo...

Cosa gli dovrei raccontare ai quattordici ragazzi che da due mesi a oggi si allenano tre volte alla settimana e non vedono l'ora di giocare una vera partita? Divertitevi ora che potete!

Per avere un minimo di importanza da parte delle amministrazioni comunali bisogna avere tanti tesserati, ma tanti tesserati vanno innanzitutto trovati, poi vanno allenati, vanno regolarizzati con visite mediche e tessere, vanno seguiti. Senza alcuna garanzia che poi perdurino nel baseball...

A marzo inizieranno gli allenamenti in campo: da quel momento cominceranno a battere, lanciare, tirare, correre e prendere confidenza col diamante. Fino ad allora in palestra faranno delle semplici partite tra loro colle regole del minibaseball come insegnano ai corsi per istruttori.
I risultati del lavoro arriveranno più avanti, molto più avanti…
L’importante per ora è che si divertano e si appassionino, che ci mettano impegno e buona volontà come in tutti i giochi che si fanno ogni giorno.
Poi per la difesa e l’attacco si vedrà al momento giusto.

 
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roberto sieni
view post Posted on 9/2/2006, 18:48




Sul siamo poveri lo ribadisco: non è vero. E non è il caso Torcato, come non è la società x, quella magari di mgdb che parlando di sé può anche avere tranquillamente ragione. Il siamo poveri non lo può dire una A2, una A2, ripeto, che è piena di oriundi, un restante che ha speso in questi anni 30 milioni l'anno per un allenatore, tanto costava rimessi insieme, il costo di un cubano, che tutti ce l'avevano, non può dirlo chi appena ha due soldi fa la squadra da categoria superiore e dopo che retrocede lo stesso, compra (compra, coi soldi, non coi risultati) la nuova promozione e la non-retrocessione (fate voi), che, tutti questi, non sono casi isolati, ma fenomeno diffuso.

O finché ci sono annunci di questo tipo, pubblicato liberamente su un sito internet (la soppressione di dati identificativi con xxx neppure sarebbe necessaria), che diceva:

Buongiorno, io sono un giornalista italiano che scrive di baseball. Sono di xxx. In Italia ci sono tanti campionati di baseball. Quello con il livello più alto è la serie A1; seguono A2, B, C1 e C2. xxx è in serie A2. La prossima stagione inizierà alla fine del mese di marzo 2004 e terminerà alla fine di settembre 2004. La Federazione Italiana Baseball ammette la possibilità di far giocare atleti con la doppia nazionalità e non atleti stranieri. La squadra del xxx cercando 2 lanciatori con doppia nazionalità. E’ importante che per ottenerla il giocatore abbia 1 genitore italiano o nonni italiani. Noi in Italia possiamo trovare i documenti presso il Comune di nascita, poi il giocatore va al consolato italiano più vicino e chiede la doppia nazionalità. Offriamo 2 bilgietti aerei (per venire in Italia e tronare a casa a fine campionato), appartamento da condividere con 2 altri giocatori, stipendio mensile. Se il giocatore è veramente bravo avrà la possibilità anche di giocare con la Nazionale Italiana che parteciperà ai Giochi Olimpici di Atene, perché l’allenatore della Nazionale sta cercando lanciatori di buon livello. Se conoscete qualcuno, scrivetemi. Grazie. Email xxx Hello, I’m an italian baseball journalist. I’m living in xxx. In Italy there are many baseball Leagues. On top A1 League, and after, A2, B, C1, C2. xxx baseball team is on A2 League. Next season will start on the end of march 2004 and will be end on the end of september. The Italian Baseball Federation allow only players with dual citizenship and not stranger players. We are lookinf for 2 pitchers with dual citizenship for xxx baseball team. For have dual citizenship the player must have 1 italian parent or 1 italian grandparent. We are able to have documents on italian ancestors in Italy and send documents in USA. After that, the player must go to the nearest italian consulate for ask his dual citizenship. We can offer 2 tickets fly (go to Italy and go-back to USA on the end of season), apartment near the baseball stadium to share with other 2 players, monthly salary. If the player is very good, he will be the possibility to play into the Italian Nation Team in the Greece Olipic Games because the national baseball manager is looking for good pitchers with dual citizenship. If you know any players interested write me. Thanks. Sincerely, the email is:xxx
[copia-incolla diretto, errori ortografici nell'originale]


A parte questo, caro roger tocchi il punto centrale: che fare?
Io, il mio modesto consiglio che ho sempre dato a chiunque me l'abbia chiesto, è stato di fare non per quello che è, ma per quello che deve essere.
Bisogna che uno che opera in questo campo si metta a fare quello che fanno gli altri sport, o come gli altri sport, e si metta a fare qualcosa di più. Ugualmente, studi per diventare un allenatore vero. Mica si deve affidare allo specchiarsi in quella che è la nostra situazione, o la nostra attuale formazione, o quello che attualmente viene richiesto o insegnato dai nostrani. C'è una letteratura sconfinata che ti aspetta, non perdere tempo. Se domani arriverà il baseball vero uno non deve essersi fatto trovare impreparato perché in questa fase non c'erano stimoli o ragioni per diventarlo. Se poi non verrà, pazienza, certo, avrà studiato per nulla.
O forse avrà fatto cambiare lui le cose, alzando, per quello che è il suo contributo, il livello da quello che è oggi per uno auspicabilmente più alto. Per rompere quel circolo vizioso che giustamente noti.
Lo stesso con i ragazzi: dagli cultura del gioco, digli chi era Jackie Robinson, mettili ad allenarsi come fanno i loro coetanei nel nuoto o nel volley. Non guardare la realtà nostra, che ti porterebbe a fare poco, poco essendo, poco chiedendo. Va per una tua strada, trovando il modello fuori da qui.

Edited by roberto sieni - 10/2/2006, 15:12
 
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roger_mm8
view post Posted on 9/2/2006, 23:32




Non è mica facile navigare controcorrente. Penso che la difficoltà non stà tanto nel trovare alleati quanto nel tirare avanti senza dover giocoforza fare riferimento al sistema. E quello a cambiarlo non è facile, è "duro a morire", come diceva un film.
E' un lavoraccio però se le cose cosi non vanno, tentar non nuoce...
Ci siamo arrangiati per tanto tempo, continueremo a farlo. Prima o poi qualcuno si accorgerà di noi nel bene o nel male e deciderà di aiutarci perchè ce lo meritiamo o perchè gli facciamo pena.

Edited by roger_mm8 - 10/2/2006, 11:30
 
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roberto sieni
view post Posted on 10/2/2006, 13:12




Non c'è alternativa. Il modello attuale non è proponibile.
 
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roger_mm8
view post Posted on 10/2/2006, 23:41




In Italia abbiamo l'abitudine di dare molta più importanza all'attacco e non alla difesa.
Io ho sempre pensato che le partite si vincono con la difesa e quindi bisognerebbe acquisire la cultura della difesa come punto centrale del lavoro di allenamento.
Non serve a niente avere un giocatore che ti porta a casa tre punti a partita se poi in difesa con due errori fa entrare quattro punti.

Troppo spesso il baseball dimostra di essere divenuto uno sport statico, apatico e passivo: giocatori che battono e basta,lanciatori che non sanno battere, giocatori fossilizzati in un ruolo e guai a schiodarli, zero apertura mentale quando si tratta di cambiare strategie di gioco o di allenamento.

La scarsa solidità di una difesa è la conseguenza del rinsecchimento della mentalità delle singole squadre, più dell'efficenza dell'attacco: anche se una squadra può avere una giornata di grazia in attacco, in difesa non si ottiene niente che non derivi da impegno e serietà in allenamento.
E' quasi impossibile veder vincere una squadra che ha una difesa poco solida.
La difesa è la vera forza di una squadra ed è con quella che si vincono le partite e i campionati.

Aggiungo un link :
http://www.jes-soft.com/baseball/plabuntdefense2.html

Edited by roger_mm8 - 11/2/2006, 00:17
 
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luis focaccia jr
view post Posted on 11/2/2006, 08:29




CITAZIONE (roger_mm8 @ 10/2/2006, 23:41)
In Italia abbiamo l'abitudine di dare molta più importanza all'attacco e non alla difesa.
Io ho sempre pensato che le partite si vincono con la difesa e quindi bisognerebbe acquisire la cultura della difesa come punto centrale del lavoro di allenamento.
Non serve a niente avere un giocatore che ti porta a casa tre punti a partita se poi in difesa con due errori fa entrare quattro punti.

Troppo spesso il baseball dimostra di essere divenuto uno sport statico, apatico e passivo: giocatori che battono e basta,lanciatori che non sanno battere, giocatori fossilizzati in un ruolo e guai a schiodarli, zero apertura mentale quando si tratta di cambiare strategie di gioco o di allenamento.

La scarsa solidità di una difesa è la conseguenza del rinsecchimento della mentalità delle singole squadre, più dell'efficenza dell'attacco: anche se una squadra può avere una giornata di grazia in attacco, in difesa non si ottiene niente che non derivi da impegno e serietà in allenamento.
E' quasi impossibile veder vincere una squadra che ha una difesa poco solida.
La difesa è la vera forza di una squadra ed è con quella che si vincono le partite e i campionati.

Aggiungo un link :
http://www.jes-soft.com/baseball/plabuntdefense2.html

come fai a dire questo roger?

le tue parole lasciano il tempo che trovano, prchè alla stessa maniera di una buona difesa bisogna avere un buon attacco, per vincere, ci vogliono entrambe le componenti, e poi, permettimi di aggiungere che prima devi avere i lanciatori se vuoi vincere e poi devi avere attacco e difesa, e di solito chi arriva ultima o penultima o nelle zone basse non eccelle in nessun di questi fondamentali, forse troverai qualche battitore in più...............o qualche difensore............ ma se guardi a 360 gradi ti accorgerai che le tue parole lasciano il tempo che trovano.


yenkees hanno perso le finali perchè nessuno ha spizzato una pallina, i lanciatori subiscono la pressione di non riuscire a portare a termine una buona prestazione considerato il punteggio sempre in bilico e mai in vantaggio e pure le difese poi crollano perchè se non trascini la squadra in attacco hai voglia di fare i miracoli in difesa, compreso dei fenomeni ci lasciano le penne, è la legge di questo sport meraviglioso.


ti potrei fare pure degli esempi italiani, ma penso che non sia necessario.
 
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roger_mm8
view post Posted on 11/2/2006, 10:28




Parlavo per esperienza personale. Ne vedo tutte le domeniche squadre che seganno due punti ogni inning e poi in difesa non sanno difendere un bunt, fare un taglio decente dagli esterni o un doppio gioco.

E' chiaro che bisogna avere anche un buon attacco e un buon monte, però è assolutamente fondamentale avere una difesa che non concede nulla e anche se in attacco si fanno pochi punti, con una buona difesa che ne concede di meno si vincono le partite.

Raggiunta la solidita in difesa si penserà a potenziare l'attacco, chiaramente.
Però secondo me vale la regole che la difesa, in un inning, è capace di smontare quanto fatto di buono in un attaco in tutta la partita.
Poi ognuno sceglie la sua filosofia: per vincere basta subire un punto in meno degli avversari, oppure basta fare uno in più degli avversari.

Cmq parlavo di baseball italiano, senza fare paragoni col baseball americano.

Edited by roger_mm8 - 11/2/2006, 10:30
 
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roberto sieni
view post Posted on 11/2/2006, 14:58




Se parliamo dell'importanza della difesa, in rapporto all'attacco, al monte, col monte o senza monte etc, è un conto. Le ipotesi sono diverse, tutte sempre stimolanti.
Se parliamo di difesa in quanto sapere fare i tagli e le coperture o saper difendere sul bunt, parliamo però di giocare a baseball.
E non contesto affatto quello che dici, che anzi quello che evidenzi è il dramma, e da quell'analfabetismo che giustamente denunci poi deriva il vince chi batte, buttala di fuori etc.

Un'intervista qui sotto che riporto mi sembra istruttiva.

user posted image

Mi sembra individui in pieno i nostri problemi.

E' un'intervista a Giuseppe "Teddy" Silva, lanciatore del Milano e del Bollate fra gli anni 60 e 70. E' pubblicata su "il BASEBALL e il softball" del Febbraio 1973.
1973, ripeto.

Edited by roberto sieni - 11/2/2006, 15:02
 
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Marco Borri
view post Posted on 11/2/2006, 17:55




Incredibile, in questi casi non vale neppure più il detto "sembra trascorso un giorno anzichè 30 anni". Visto quello che si può ammirare sui nostri campetti, in questo caso si dovrebbe dire "che siamo andati persino indietro", nonostante i continui proclami secondo cui "da domani si cambia...da domani vedrete..." Peccato il domani non arrivi mai.

Una fotografia perfetta del nostro status (di sottosviluppo cronicizzato).

Edited by Marco Borri - 11/2/2006, 18:20
 
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luis focaccia jr
view post Posted on 10/3/2006, 10:20




marco, penso ai tuoi riferimenti statistici importanti di quei personaggi che dovranno analizzare ciò che ha fatto un certo SACCOMANNO, dell'italia.
sono convinto ci sarà lavoro per questi esperti, e appena butteranno dentro al pc il suo nome, m'immagino il pc impazzito o il fumo che ne uscirà, cosa dovranno fare questi scienziati per capire le tre porcate commesse dal finto paisà, cosa faranno in questo caso marco?
si creerà una commisione medica la "saccomanno commision medical center? come verrà classificato un interno del genere?

da noi senza tanti computer, sono "le giocate del parroco" quando la palla gira così tanto senza una meta finale, addirittura si potrebbe prestargli la forchetta che ha usato per mangiare gli spaghetti cucinati da SAVASTA che dici?
 
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Marco Borri
view post Posted on 11/3/2006, 00:09




Il mio professore di filosofia al Liceo si chiamava Saccomanno. Era un disastro pure lui. Bastava chiedermelo prima e li avrei informati dell'errore che stavano facendo.

P.S. Mazzanti o Zileri erano impresentabili al suo confronto ?
 
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roberto sieni
view post Posted on 11/3/2006, 01:20




Il professor Saccomanno! Mica me lo ricordavo! Autore di un libro dal titolo "Fenomenologia di Paperino", sul serio, un testo molto profondo di sociologia del modello americano, era un tipo simpaticamente bizzarro. Quante gliene abbiamo fatte al Liceo, quanti ricordi. Bei tempi. A quei tempi, pensate, nella Nazionale di baseball dell'Italia (non so se qualcuno sa che una volta c'era, in Italia, il baseball e la Nazione di baseball) il numero 24 era di Giorgio Castelli.
Ora, in quella che forse qualcuno se ha degli intimi che sono intimi nel baseball avrà sentito dire ha fatto il campionato mondiale professionistico (il baseball in Italia è professionistico?), il 24 ce l'ha un certo Peter Zoccolillo. Un gran giocatore. Ha giocato la prima partita come DH, ha fatto 0 e non l'hanno nemmeno rimesso.

Edited by roberto sieni - 11/3/2006, 01:23
 
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alberto.gallusi.
view post Posted on 17/4/2012, 07:29




CITAZIONE (roberto sieni @ 11/2/2006, 15:58) 
Se parliamo dell'importanza della difesa, in rapporto all'attacco, al monte, col monte o senza monte etc, è un conto. Le ipotesi sono diverse, tutte sempre stimolanti.
Se parliamo di difesa in quanto sapere fare i tagli e le coperture o saper difendere sul bunt, parliamo però di giocare a baseball.
E non contesto affatto quello che dici, che anzi quello che evidenzi è il dramma, e da quell'analfabetismo che giustamente denunci poi deriva il vince chi batte, buttala di fuori etc.

Un'intervista qui sotto che riporto mi sembra istruttiva.

user posted image

Mi sembra individui in pieno i nostri problemi.

E' un'intervista a Giuseppe "Teddy" Silva, lanciatore del Milano e del Bollate fra gli anni 60 e 70. E' pubblicata su "il BASEBALL e il softball" del Febbraio 1973.
1973, ripeto.

 
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alberto.gallusi.
view post Posted on 18/4/2012, 07:10




ricordavo di quest'intervista pubblicata da roberto a teddy da silva
ieri è giunta notizia che ha perso la moglie
una pillola di baseball ma sempre molto attuale.
un abbraccio alla famiglia
 
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58 replies since 3/2/2006, 23:50   1088 views
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