| Esistono due livelli sulla vicenda Bagialemani
inviatoci da Giovanni Franceschetti
L'arbitro Franceschetti ci invia "l'ultimo e doveroso chiarimento". La pubblichiamo integralmente
In quello che considero l’ultimo e doveroso intervento sull’argomento, preciso quanto segue.
Per quanto mi riguarda esistono due livelli della vicenda relativa alla finale scudetto del 1999: uno personale ed uno sportivo.
Lo scrivente non ha mai inteso censurare il merito o la legittimità del provvedimento sportivo di grazia, concessa con delibera n. 2 del 06/04/02 del presidente della F.I.B.S.
Il presidente federale aveva la facoltà, ai sensi dell’art. 26.14 dello statuto della F.I.B.S., di concedere la grazia con la delibera sopra richiamata, sussistendone i requisiti previsti dalle carte federali.
Solo che, dopo l’infamante (nei confronti del sottoscritto) sentenza della C.A.F. del 17/03/00, cui non è seguito, da parte mia, alcun commento, in ossequio a quelle stesse norme federali regolarmente trasgredite da altri [in particolare la norma 1.03, lettera c), del regolamento di disciplina e giustizia - segreto d’ufficio e divieto di fare dichiarazioni e commenti in pubblico o in privato, né alla stampa], non ho potuto accettare ulteriori atti che ledono il decoro e la dignità personali e sportive di chi scrive.
Due sono stati i punti, lo si ripete, assolutamente inaccettabili della notizia con la quale è stata comunicata la grazia.
1) Il PARERE FAVOREVOLE scritto da parte del comitato nazionale arbitri, ribadito dalla replica del presidente Fraccari.
La norma 2.08, lettera d), del regolamento di disciplina e giustizia (probabilmente superata dal nuovo statuto federale) impone per la concessione della grazia per un’infrazione disciplinare nei confronti di ufficiali di gara "il parere preventivo del presidente del C.N.A.".
Il sottoscritto, richiesto sull’argomento "grazia a Bagialemani" già dall’amministrazione Dalla Noce, e, da ultimo, da vari organi federali delegati dal presidente (non solo, lo si precisa, dal presidente del C.N.A.), ha sempre risposto: "La vicenda personale è un conto, per la concessione della grazia mi affido - come ho sempre fatto - alle deliberazioni degli organi di giustizia sportiva, ma non chiedete a me di esprimere o negare consensi.".
Atteso che non mi risulta che la questione sia stata dibattuta da parte del settore arbitrale, devo desumere che il parere relativo alla concessione della grazia sia stata "tradotto" al presidente Fraccari direttamente dal presidente del C.N.A., nonché da tutti gli altri organi federali dai quali sono stato contattato, per conto dell’amico Riccardo Fraccari.
Ma se il C.N.A. ha concesso un "parere favorevole" alla grazia, come si legge nella nota non smentita dal presidente federale, lo ha fatto come espressione di convinzioni del tutto personali, da parte di chi ha redatto la "comunicazione scritta", lesive della dignità e del decoro di chi scrive, oltre che dell’intera categoria arbitrale.
Quanto sopra detto era a perfetta conoscenza del presidente Fraccari per il tramite dei suoi più stretti collaboratori; quindi, il suddetto legittimo provvedimento di grazia doveva risultare come espressione dell’esercizio di un diritto da parte di chi presiede la federazione, non come una sorta "inevitabile conseguenza" di una scelta fatta da un organismo (C.N.A.) di cui si mina alle fondamenta la credibilità, unitamente a quella dello scrivente.
2) Sulle numerose pubbliche scuse rivolte al sottoscritto, da parte di Bagialemani.
Premesso che Bagialemani Ruggero nell’intervista pubblicata oggi su "La Gazzetta dello Sport" sembra confermare quanto riferito dal sottoscritto relativamente alle pubbliche scuse (si parla di pentimento e/o dispiacere), per altro non dovute, si osserva quanto segue.
L’asserita "lettera di scuse" dello scorso Natale, da parte del Bagialemani (indirizzata solo a chi scrive, per la precisione), rientra nella sfera personale, e non in quella sportiva; quindi, in ossequio a quanto fatto sino ad oggi, eviterò di diffonderla, come sarei tentato di fare d’istinto in seguito alla lettura dell’articolo odierno, solo perché, con sentimento condivisibile su questa vicenda: "vorrei metterci un pietra sopra …: per me la storia è chiusa".
Bagialemani Ruggero aveva tutto il diritto di chiedere ed ottenere la grazia, conformemente alle carte federali, senza che il presidente della federazione dovesse giustificare tale atto con reiterate, quanto ad oggi da me non conosciute, pubbliche scuse, (lo si ripete) non dovute.
* * *
Non era mia intenzione far collegare le mie dimissioni alla grazia concessa a Bagialemani e/o come un atto "contro" il B.C. Nettuno; il provvedimento è perfettamente legittimo a livello sportivo (come le mie dimissioni), ma ho sentito il dovere di replicare alle ennesime "imprecisioni" (?) contenute nelle motivazioni di un altro atto federale, offensivo dell’immagine e della dignità di chi scrive.
Né pare che l’attuale presidente federale, unico consigliere di allora ad esprimermi telefonicamente la propria solidarietà, abbia smentito quanto sopra, né abbia dato contezza dell’indagine sospesa presso la procura federale per articoli apparsi "anche su quotidiani nazionali", i quali tutto contenevano, fuorché scuse, nei confronti del sottoscritto.
Distinti saluti.
Macerata, 19 aprile 2002
sarà per questa storia?
Nettuno devastato dalle squalifiche per aggressione agli arbitri
07/09/2007 ore 16:19 In televisione, come dire, si era visto qualcosa, ma nel dopo gara del settimo incontro con il Grosseto (scudetto ai maremmani per 5-4 ma soprattutto tensione per le chiamate arbitrali del sesto incontro) il Nettuno ha dato libero sfogo al proprio rammarico finendo con il malmenare gli arbitri Cipriani, Stefani e Chirici. La sentenza del giudice è pesante e circostanziata: spintoni, pugni, palline lanciate volontariamente verso gli umpire con una risposta del Giudice Unico assolutamente pesante. Il manager Bagialemani è stato interdetto sino al 15 giugno 2008 perchè è entrato in campo nonostante la squalifica di 2 giornate inflittagli per gara 6 ed è stato considerato responsabile della violenza reazione, fisica, nei confronti degli arbitri. Costantini è stato interdetto sino al 31 dicembre 2008 per aver colpito con due pugni l'arbitro, capo, Gatti aq sua volta è stato interdetto sino al 15 giugno 2008 per aver tentato di colpire in modo irrevocabile l'arbitro Serafini, ed infine Schiavetti ha ricevuto 4 giornate di squalifica per aver insultato in modo ingiurioso l'arbitro capo a fine incontro impedendogli di uscire dal terreno di gioco.
o sarà per questa?
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